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Glenner Town Square, la città anni ’50 per aiutare i malati di Alzheimer

Un’intera cittadina in perfetto stile anni Cinquanta verrà inaugurata a San Diego. Non si tratta di un parco divertimenti, ma di uno spazio che servirà per i pazienti affetti da Alzheimer, che così potranno rivivere i periodi in cui avevano 20-30 anni, anni durante i quali si formano i ricordi più forti.

Tutto verrà quindi costruito stando attenti ai minimi dettagli: si troverà tutto, dalla caffetteria al ristorante, dalla biblioteca al municipio, dal cinema (che proietterà “Singin’ in the rain”) all’ospedale, a negozi di ogni tipo. Il tutto, naturalmente, in perfetto stile retrò.

Le macchine saranno rigorosamente d’epoca, cellulari e computer saranno banditi e al loro posto ci saranno macchine da scrivere e telefoni old style.

Insomma, tutti i punti di riferimento saranno quelli di settant’anni fa e sarà come entrare in una sorta di macchina del tempo. In questo modo i pazienti avranno modo di confrontarsi con una realtà che riconoscono e nella quale riconoscersi, a differenza di quanto avviene ai giorni nostri.

Non pensate questo si possa tradurre in un distacco completo dalla realtà. Il progetto, infatti, rientra in quella che viene definita terapia del ricordo, che consiste in una pratica atta ad aiutare le persone affette da demenza a migliorare la loro qualità della vita, il ragionamento, l’attenzione, l’umore e a ridurre l’agitazione.

Fornendo punti di riferimento ed un clima familiare si può infatti far vivere ai pazienti momenti di serenità, seppur apparente, inspirando ricordi a loro cari e positivi.

Questo perché, come ha spiegato l’amministratore delegato della George G. Glenner , centro che si occupa di aiutare le famiglie con malati di Alzheimer e che si occuperà della gestione della nuova città del passato, “i ricordi a breve termine sono in genere i più colpiti dalla malattia rispetto alla memoria a lungo termine, quindi creare un ambiente familiare permetterà di rivivere un’esperienza benefica per i partecipanti e la loro famiglia. Non ci sarà nulla di finto, ma tutte le attività saranno attive e sarà una vera esperienza coinvolgente”. Sono stati scelti gli anni Cinquanta, quindi, proprio perché la maggior parte dei pazienti è in quel periodo che ha attraversato momenti indimenticabili, come il diploma o il matrimonio.

Glenner Town Square è in piena fase di costruzione, dove prima sorgeva un vecchio magazzino, grazie al lavoro di scenografi e falegnami dell’Opera di San Diego coadiuvati da colleghi impiegati ad Hollywood, e sarà pronta nell’aprile del 2018.

La cittadina non verrà abitata dai pazienti, ma sarà un luogo nel quale potranno recarsi ogniqualvolta lo vorranno, tra le 8 e le 19 di ogni giorno. Potranno essere lasciati soli o venire accompagnati dai propri cari, decidere se prendere un caffè, andare a vedere un film al cinema, o solo fare un giretto guardando le vetrine. Ci sarà sempre, naturalmente del personale specializzato che supervisionerà con discrezione la situazione e ogni giorno potranno accedere alla cittadina un massimo di 75 pazienti.

A tutti gli scettici circa la validità del progetto  ha risposto Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di Psicogeriatria, che in un’intervista rilasciata al Corriere della sera: “sicuramente frequentare luoghi invecchiati artificialmente ha qualche effetto rasserenante sulle persone affette da demenza e quindi su parametri quali l’attenzione – spiega lo specialista, al quale preme però rimarcare e chiarire che non si tratta di una cura, ma di una delle tante attività fiorite in questi anni attorno alla speranza di rallentare l’evoluzione della demenza. Il dubbio rimane sulla realistica fruibilità dei servizi. “Quante persone potranno accedervi – si chiede -? Quanti potranno disporre di 95 dollari al giorno di tasca propria? D’altra parte, l’efficacia dell’intervento è di breve durata e quindi l’accesso deve essere giornaliero o quasi per poter indurre un certo effetto stabile sulle funzioni esaminate. Comunque l’iniziativa va valutata senza preconcetti; nello scenario di mancanza assoluta di risposte definitive, ben vengano questi tentativi”.

E di tentativi se ne sono in effetti anche altri. Mentre negli Stati Uniti Glenner Town Square sarà il primo centro di questo genere, in Olanda esiste già un progetto simile. Si tratta del villaggio di Hogeweyk, a Weesp, che ospita 152 pazienti con supervisione 24 ore s 24.

E anche l’Italia ha deciso di non rimanere indietro: nel 2018, a Monza, dovrebbe aprire i battenti il primo villaggio su modello di quello olandese. “Il paese ritrovato”, questo il nome del centro, ospiterà 64 pazienti, che potranno vivere con una certa autonomia, in una vera e propria cittadina, con piazza, bar, minimarket e teatro.

Avremo anche noi una città senza tempo e memoria, per restituire ricordi e serenità.

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