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L’asilo intergenerazionale, dove bambini e anziani “crescono” insieme

“Il dialogo tra generazione è dialogo tra tempi.

Il tempo è tolleranza,

rispetto, lentezza,

futuro e attesa…”

È da questo concetto che ha inizio l’esperimento messo in atto da qualche tempo a Piacenza, ovvero la creazione di un asilo intergenerazionale.

Se si ripensa alla propria infanzia, molti dei ricordi più belli (di dolcezza, emozione, apprendimento, scoperta e amore) sono strettamente connessi ai momenti trascorsi con i nonni. Si tratta di rapporti inspiegabili, di difficile comprensione, forse, ma talmente forti da essere insostituibili. Tutt’altra cosa da quello genitori-figli. I livelli di comprensione reciproca tra nonni e nipotini raggiunge vette altissime.

Si tratta quasi di un’equazione algebrica: non si è magari in grado di risolverla, ma dal rapporto tra le due generazioni si è certi derivi un risultato positivo. Molto.

Proprio su queste basi poggia, come fossero fondamenta, un progetto educativo tanto particolare quanto sorprendente per i suoi risultati, che, direttamente dall’America, è sbarcato anche nel Bel Paese. A Piacenza la cooperativa sociale Unicoop, che si occupa di fornire servizi per l’infanzia e per gli anziani, servizi educativi e per il disagio sociale, ha aperto il primo asilo nido all’interno di una casa di riposo per la terza età, dando vita al primo spazio di educazione intergenerazionale.

In una struttura moderna di vetro e acciaio da qualche anno convivono 80 anziani e 40 piccolissimi.

Bambini dai 3 mesi ai 3 anni condividono parte delle proprie giornate con anziani felici di sentirsi utili nel tramandare le proprie conoscenze ed esperienze ai cuccioli d’uomo.

Durante la giornata attività e momenti di scambio e aiuti reciproci si susseguono: si passa dalla cucina alla pittura, da giochi alla lettura; tutte attività che possono fare insieme, i bambini per imparare dagli anziani e questi ultimi per mantenersi attivi.

Si tratta di “creare delle occasioni di incontro, come la cucina, la pittura, la lettura, in cui le età si mescolino, le generazioni si fondano, partendo dalla constatazione che gli anziani e i bambini insieme stanno bene, e imparano gli uni dagli altri” ha spiegato Elena Giagosti, coordinatrice del progetto.

Come dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera da Valentina Suzzani, responsabile pedagogica dell’asilo, “così il deambulatore diventa un triciclo da spingere, la carrozzina del nonno una macchina sportiva, e se per gli anziani i piccoli sono una ventata di gioia, i bambini attingono alla saggezza e all’ironia di chi ormai non ha più fretta“.

L’idea ha quindi risvolti decisamente positivi per entrambe le fasce di età. La primavera e l’autunno della vita si uniscono e si sostengono a vicenda.

Forse è proprio vero che quando si invecchia si torna un po’ bambini…

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