Il primo brevetto di un aereo a reazione risale al 1929, ma il suo progettista, l’inglese Frank Whittle, non trovò alcuna industria disposta a realizzarlo. Così il primo jet a entrare in servizio operativo fu, 15 anni dopo, un caccia militare tedesco: il Messerschmitt Me. 163B Komet. L’aereo era il risultato del lavoro di Alexander Lippisch, esperto di alianti tutt’ala, ed Helmuth Walter, realizzatore del primo motore a razzo a carburante liquido. E in effetti il piccolo intercettore non era altro che un aliante che usava la sua rivoluzionaria forma di propulsione per brevi momenti: poteva salire fino a 10 mila metri in 150 secondi e toccare i 900 km/h, ma la sua autonomia a piena potenza era di soli 10 minuti.
Senza carrello. Il primo incontro con i bombardieri alleati avvenne il 28 luglio del 1944, e il Komet si rivelò eccezionale: gli armieri dei B-17 non facevano in tempo a ruotare la torretta. Numerosi, tuttavia, erano i difetti ancora da eliminare, come l’impossibilità di regolare la velocità agendo sul motore a razzo, per cui il propulsore poteva solo essere spento in volo (e non sempre si riaccendeva). Per ridurre il peso si era eliminato il carrello, che veniva sganciato al decollo, così che l’atterraggio avveniva su un pattino ventrale e, nell’impatto con il suolo, il carburante poteva esplodere. Ma l’ingresso in azione del Komet, se fosse avvenuto un anno prima, avrebbe potuto mutare l’andamento del conflitto.
