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In fuga dai matrimoni combinati, profughi si sposano nel centro di accoglienza

Ci sono storie d’amore degne di un romanzo.

Tra queste si può annoverare quella osteggiata in Asia meridionale, al punto che la famiglia di lei ha minacciato di morte il coetaneo fidanzato della giovane. Questa vile minaccia, degna di una crudele strega cattiva, non è però bastata a fermare il loro matrimonio in programma lunedì 20 novembre davanti al sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto.

I protagonisti sono due dei quindici richiedenti asilo di ‘Convivialità delle differenze’, il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) gestito dall’Arci di Bari, che a Polignano conta quindici persone. In questo centro, il nido ideale per due piccioni approdati dopo una fuga “rocambolesca”, i nostri due impavidi fidanzati hanno dovuto riparare dopo aver chiesto asilo in Sicilia, come racconta chi conosce l’avventura dei due innamorati, di cui non è possibile svelare l’identità né il Paese di provenienza proprio per il pericolo di vita cui sono esposti.

I due intrepidi romantici sono arrivati in Italia con un visto turistico, vendendo tutto quello che avevano, come i perfetti innamorati da due cuori e una capanna. La coppia aveva già provato a fuggire dalle rispettive famiglie restando in patria, ma purtroppo non era servito. Qualche giorno dopo, infatti, i due piccioncini erano stati rintracciati dalla potente famiglia della ragazza, che l’aveva già promessa a un altro uomo della stessa casta.

Dimenticata la prima, fallimentare fuga, quindi, i due innamorati hanno scelto una meta più lontana, fino a mettere su famiglia a Polignano. La coppia ha una bambina e il ventiduenne promesso sposo ha già avuto diverse esperienze di lavoro: è stato lavapiatti stagionale in un locale di Polignano, lavorando sodo in vista del matrimonio, per il quale gli altri richiedenti asilo hanno realizzato a mano le bomboniere.

Una delle bomboniere. Photo credit: La Repubblica

Il presidente dell’Arci barese, Luca Basso, ha spiegato che i due combattivi e amorevoli genitori si sono integrati bene, frequentando le lezioni di italiano. Ha spiegato inoltre che oggi l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato è a buon punto e che tutti sono felicissimi per loro.

Infine, come ogni finale da favola che si rispetti, non ci resta che sperare che ‘vissero tutti felici e contenti’.

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