2030: è questa la data entro la quale, secondo i nuovi target di sviluppo sostenibile dell’Onu, si dovrebbe arrivare a dimezzare lo spreco alimentare in ogni passaggio, a cominciare dai campi fino ad arrivare ai piatti in tavola. L’Unione Europea ha sottoscritto questo impegno e l’Italia si è contraddistinta per l’iter che sta percorrendo.
Solo nel Bel Paese si stima che ogni anno tra i 10 e i 20 milioni di tonnellate di cibo finiscano tra i rifiuti, con una media di 40 chili di prodotti cestinati quotidianamente da ciascun supermercato. Una situazione decisamente insostenibile se si considera in quanti paesi al mondo il poter consumare anche un solo pasto al giorno rappresenti una fortuna.
Lo scorso mese d’agosto verrà ricordato per un cambio di marcia importante: con l’ok definitivo del senato, è stata infatti varata una legge contro lo spreco alimentare, con la quale si spera di abbassare già entro il 2016 gli sprechi di un milione di tonnellate.

Rapporto Barilla
Questa legge, che fa del nostro Paese un modello per il resto dell’Unione Europea, può essere spiegata in pochi punti. Prima di tutto la normativa prevede d’ora in poi la cessione gratuita delle eccedenze alimentari per finalità sociali. Tutti i prodotti in eccedenza, insomma, possono essere consegnati ad organizzazioni che si occupano di distribuire pasti agli indigenti. Vengono considerate eccedenze alimentari i prodotti che sebbene mantengano requisiti di igiene e sicurezza, rimangano invenduti, siano vicini alla data di scadenza, abbiano l’imballaggio rovinato o presentino altri danneggiamenti che li rendono inadatti alla vendita. Per quanto riguarda i prodotti da forno, che non hanno bisogno di essere refrigerati, potranno essere destinati alle associazioni anche dopo le 24 ore.
L’incentivazione di queste donazioni passerà anche da una riduzione della burocrazia, in modo da creare una sorta di catena che si rinnovi quotidianamente.
È prevista anche la possibilità da parte dei Comuni di concedere agevolazioni alle utenze non domestiche che cedano a titolo gratuito le eccedenze: la tassa sui rifiuti potrà, infatti, venire ridotta in modo proporzionale alle quantità di prodotti donati.
Il provvedimento prevede anche lo stanziamento di nuovi fondi: 2 milioni di euro per il 2016 sono destinati al tavolo indigenti e un milione a testa verranno destinati a due fondi che si occuperanno di creare nuovi packaging innovativi ed anti-spreco, per promuovere ed incentivare l’utilizzo nei ristoranti delle family bag (per permettere ai clienti di portare a casa gli avanzi).
Ultimi punti presi in considerazione riguardano la donazione di medicinali e abbigliamento. Per quanto riguarda i primi, non sono ammessi per le donazioni farmaci scaduti, che abbiano bisogno di essere conservati a temperature controllate, che contengano sostanze psicotrope o stupefacenti e quelli dispensabili solo in ospedale. Infine, per i capi di abbigliamento, questi devono essere conferiti direttamente ai soggetti autorizzati alla distribuzione da parte dei privati.
L’obiettivo della legge è quello di dimezzare il volume degli sprechi nel giro di 10 anni. Lo Stato, che negli ultimi tempi si ritrova sempre ad essere al centro di critiche spietate, ha fatto ciò che poteva introducendo la normativa, ora sta ad ogni cittadino rinnovare l’impegno quotidianamente per raggiungere un traguardo che sembra lontano, ma che con un minimo di attenzione e consapevolezza può essere facilmente raggiunto.