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Che cosa sono le glossopetre?

Nel I secolo d. C., Plinio il Vecchio pensava che le glossopetre, o “lingue di pietra” (dal greco glòssa, lingua, e petra, pietra), fossero aeroliti (cioè meteoriti rocciose) di forma allungata, che si riteneva cadessero nelle notti senza Luna e avessero la proprietà di ridare la memoria. In seguito, e fino al Medioevo, furono considerate lingue di serpente pietrificate, che avevano effetti afrodisiaci e terapeutici. 

Zanne affilate. Fu all’inizio del Seicento che se ne scoprì l’origine reale. Fabio Colonna, uno dei fondatori della paleontologia, nel suo saggio De glossopetris dissertatio (1616), dimostrò che le glossopetre erano denti di squalo fossili. Lunghi fino a 18 centimetri, appartenevano a giganteschi squali preistorici estinti, come quelli della specie Carcharodon megalodon. Una delle difficoltà per risalire all’origine delle glossopetre è legata al fatto che gli squali, nel corso della loro vita, cambiano continuamente la dentatura e quindi “spargono” i denti nell’oceano, anche lontano dagli scheletri.

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