Aspettate un momento. La vostra fede in questa chiesa non è aggiornata, consigliamo di scaricare la versione più recente.
Vive church, una succursale indipendente della megachiesa pentecostale C3, ha aperto il sipario in tre location californiane della Bay Area di San Francisco per divulgare la parola in uno stile unico nel suo genere.
Ai fondatori Adam e Keira Smallcombe, la “chiamata” più che ad arruolarsi in un qualche ordine ecclesiastico è arrivata con un quesito che si è presto trasformato in una missione: come riavvicinare i giovani un po’ troppo cool, un po’ troppo devoti al raziocinio e troppo agiati per sentirsi mancare una guida spirituale ad un qualcosa di così astratto ed inspiegabile senza avere teoremi, pie chart e infogrammi a confermarne l’esistenza?

D’altronde ormai funziona così, se Google non ha una risposta, la risposta non esiste.
Ma la fede ce l’ha eccome e la vuole urlare a sguarciagola, spogliando il “sistema” di tutto quel fare arcaico che ormai non attrae più; con un palcoscenico, concerti, networking e nessuna selezione all’ingresso: il dresscode è abolito.
Si potrebbe dire che il pastore e fondatore Smallcombe, un seducente australiano dal look country e dal forte carisma, insieme alla moglie Keira, facciano da community manager al più grande ed indiscusso padre della lead generation, l’Onnipotente. I principi evocati si fondano sul Nuovo testamento, ma il brand, visto che così è stato progettato, necessitava onestamente di una boccata d’aria fresca.
Vista la flessibilità della casa madre C3 Global (Christian City Church International, la Chiesa fondata nel 1980 con più di 400 chiese sparse in tutto il mondo) di adattamento agli usi e costumi delle località in cui viene aperta, non manca certo un gergo informale da startuppari come in questo loro video lanciato qualche mese fa nel periodo pasquale:
La Silicon Valley potrebbe sembrare un posto strano per una rinascita religiosa, ma contrariamente a quanto si pensa, “Dio non è tetro, depresso o debole. Al contrario è vivace, gioioso e potente. La sua presenza dovrebbe sempre innalzare un senso di eccitamento e ad una completezza dello spirito” affermano i fondatori.
Dunque è proprio qui che gli Smallcombes stanno vendendo la religione come un software in un’aula zeppa di programmatori, ingegneri e dipendenti dei colossi tech della zona, di cui Facebook sembra avere il primato di fedeli. Il sito, con i suoi innumerevoli canali social, sembra appartenere ad una qualunque startup della valle con tanto di pagina per le donazioni “markettizata” con tre parole illuminanti, “investi nell’eternità” .
Per riprendere le rime del brano scritto da un ex dipendente di Google ed attuale pastore di Vive church : “If I had a startup, it would get a network effect / The valuation goes up, but is my value still met?”
Photo credit vivechurch-org