Uno dei primi luoghi comuni circa le grandi metropoli è che siano talmente frenetiche da non avere spazio per accorgersi dell’altro e nessuno spazio per umanità e solidarietà. Come tutti i luoghi comuni anche questo può avere un fondo di verità, ma non è vero che il ritmo eccessivamente alto di una grande città copra completamente lo sguardo ed il cuore di tutti.
A Milano, per esempio, già da tempo è nato Ruben, un ristorante decisamente particolare. La sua caratteristica principale è quella di offrire cene a un euro. L’idea è promossa da Ernesto Pellegrini, imprenditore milanese impegnato nel settore ristorazione, nonché ex presidente dell’Inter, che con la sua Fondazione ha deciso di dare un aiuto concreto a chi si trovi in situazione di temporanea emergenza e fragilità economica e sociale.
Il nome del ristorante, che si trova in via Gonin 52,è stato scelto in ricordo di un clochard che Pellegrini aveva conosciuto da ragazzo, in un periodo anche per lui non semplice, e che purtroppo è morto assiderato. Un giusto tributo, quindi, grazie ad un’iniziativa con la quale si cerca di dare la possibilità a tutti coloro che ne hanno bisogno, da persone che hanno perso il lavoro a profughi, da ex carcerati a chi si trova stretto nella morsa dei debiti, da padri divorziati a persone che hanno parenti ammalati, di poter stare in un luogo accogliente nel quale consumare un buon pasto.

Ma è in quell’euro “simbolico” che si deve pagare all’uscita, che risiede la differenza sostanziale tra Ruben e le normali mense dei poveri. Invitando gli avventori a pagare per la propria cena, seppur un prezzo veramente esiguo, infatti, si aiutano tantissime persone anche a sentirsi in grado di mantenere la propria dignità.
Anche l’aspetto del locale presenta tratti completamente diversi: i camerieri hanno una divisa e nel ristorante esiste un menù completo. Come spiegano dalla Fondazione, infatti, “ai commensali, Ruben offre una sospensione momentanea dal bisogno, ma anche un momento di ricarica e di nuova motivazione attraverso: lo spazio, un ambiente curato, dove ci si possa sentire a casa, dove si possa mangiare anche con la propria moglie e i propri figli. Un luogo dove ritrovare e ritrovarsi, dove riconoscersi; il tempo, vogliamo che vada oltre quello strettamente necessario a consumare il pasto. La nostra prospettiva è quella dello stare insieme a tavola, di un momento dedicato alle relazioni umane e sociali che da sempre caratterizzano il pasto come un’occasione di convivialità; la scelta, rispettiamo i gusti di tutti, per questo, come in tutti i ristoranti, anche da Ruben c’è la possibilità di scegliere. Ogni sera, infatti, proponiamo due menu diversi; il conto, grazie al contributo della Fondazione, il costo del pasto per ogni commensale è di 1 euro. Per i minori di 16 anni, il pasto è gratis”.
L’accesso al ristorante non è completamente libero. Per essere certi che non ci sia nessuno che si approfitti della solidarietà che viene offerta al Ruben, tutti gli ospiti vengono suggeriti da parrocchie, centri di ascolto, associazioni di volontariato. Una volta segnalati, questi potranno portare con loro anche le famiglie, per un periodo massimo di due mesi, entro i quali si pensa si possano risolvere periodi difficili della vita.
Il ristorante è aperto da lunedì a sabato, all’ora di cena e su due turni (19 e 19.45), con la disponibilità di 500 coperti.
È bello sapere che anche le grandi città hanno un cuore che pulsa e che è capace di sentire.