Innanzitutto per mezzo di profili d’ala aerodinamici, che rendano il flusso d’aria il più possibile “laminare”, ossia non turbolento. Di norma, il flusso è laminare nella parte anteriore delle ali, fino a circa un terzo. Ma nella parte rimanente si creano miriadi di minivortici che dissipano energia. Una riduzione della turbolenza del 10% si tradurrebbe in un risparmio di carburante del 40%.
Come gli squali. Recentemente è stato scoperto che l’attrito dovuto a questi vortici si riduce molto (fino al 5%) se sulle ali sono presenti microscanalature tipo quelle dei vecchi dischi in vinile: i vortici rimangono intrappolati nelle corrugazioni e dissipano meno energia perché non si muovono rispetto all’aereo. Un principio già sfruttato in natura: la pelle degli squali più veloci, infatti, è corrugata in maniera tale da ridurre al massimo l’attrito con l’acqua.
