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Coca Cola diventa alcolica per il mercato ‘funzionale’ giapponese

Una della bevande più amate del globo, Coca- Cola, per la prima volta nei suoi 130 anni di storia, produrrà una bevanda alcolica gassata e lo farà in Giappone, dove il settore di queste bibite, chiamate Chu-Hi, è molto stimato. Le bevande shōchū sono composte da acqua frizzante e alcuni aromi. Di preciso lo shōchū è un distillato di riso, orzo, patate dolci, grano saraceno e zucchero di canna.

Il presidente di Coca-Cola Giappone, Jorge Garduño, in un’intervista al sito della compagnia, ha sottolineato come il mercato giapponese sia “incredibilmente dinamico, fieramente competitivo e radicato nell’innovazione” e come i consumatori cerchino varietà e mostrino costantemente il desiderio di sperimentare. Questo comporta l’esistenza di settori di mercato particolarmente sviluppati, come quello di the e caffè pronti, in cui Coca-Cola Giappone è inserita, e che promuovono la nascita continua di innovazioni di design sulle bottiglie e la sperimentazione di nuovi prodotti e sapori. Alcune di queste innovazioni influenzano anche le scelte di Coca-Cola a livello globale, ad esempio per quanto riguarda i prodotti a base di the e caffè o come potrebbe avvenire con le bevande funzionali, che in Giappone godono di una certificazione che ne riconosce i benefici per la salute (come la ‘Coca-Cola Plus’ contenente fibre), rivolti alla popolazione di un paese che invecchia e ne è consapevole.

Coca Cola Plus

Dal Giappone le bevande funzionali si stanno espandendo verso altri mercati, mentre secondo il presidente Jorge Garduño poichè la sperimentazione è parte integrante della cultura nipponica, è difficile che la Coca-Cola alcolica possa diffondersi in altri mercati. Jorge spiega inoltre che molti prodotti che usciranno in Giappone resteranno ad appannaggio esclusivo della terra del Sol Levante.

Questo fenomeno che fa del mercato Giapponese un esempio plastico e particolare, ricorda anche la strategia già proposta della Nestlé fin dagli anni ‘80 con il famoso prodotto dolciario “Kit Kat”, il quale fu prodotto esclusivamente per il mercato nipponico con ben 300 gusti differenti.

I vertici nipponici di casa Nestlè hanno reso noto l’inoppugnabile rifiuto all’esportazione dei loro piccoli gioielli anche per il nostro mercato. A noi amanti delle buone tradizioni culinarie non resta che gustarci i prodotti delle grandi aziende con i loro gusti originari.

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