Lo Scripps Research Institute, a La Jolla in California, ha recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences l’ultimo studio condotto da Dale Boger e Bruce Beutler (Premio Nobel per la medicina nel 2011), i cui dati presentano un nuovo vaccino che – in associazione alle terapie immunoterapiche specifiche – ritengono possa aiutare a trattare i melanomi (tumori aggressivi della pelle) e a prevenire recidive.
Dopo svariate tentativi e ricerche – in una libreria che conta 100mila composti attivatori della parte innata del sistema immunitario – gli scienziati si sono accorti che aggiungendo Diprovocim (molecola di facile sintetizzazione) ai già noti vaccini anticancro, questi potenziava la loro azione; nel fornire questa “spinta” al sistema immunitario si ha la duplice azione di cura e prolungata sopravvivenza (raggiungendo un tasso pari al 100%, a distanza di 54 giorni).
Questo perché il vaccino inibisce la crescita tumorale e funge da “scudo” contro gli elementi patogeni della malattia stessa – provando a reimpiantare il melanoma la malattia non attecchiva – inoltre la sua somministrazione non è legata al sito principale del tumore, ma avviene mediante due intramuscolo a sette giorni di distanza l’una dall’altra.
Pur trattandosi ancora di un risultato puramente sperimentale e limitato all’ambito laboratoristico, i ricercatori ritengono che si potrebbe essere vicini ad un punto di svolta nella lotta al cancro; il passo successivo sarà quindi di natura preclinica, mirato a valutare come questo modello di vaccino si combina con le altre terapie antitumorali.