Noi studenti dello scorso millennio non avevamo alternative ai quaderni di carta e alle penne ad inchiostro per scrivere compiti e pensieri. Immancabili le penne colorate multicolore con inchiostri dai profumi improbabili per colorare i diari scolastici. Il mondo dattilografico è imperniato di ricordi indimenticabili che includono carta e penna; come il fruscio della penna sui pensieri dell’adolescenza trascritti nel diario segreto, le penne cancellabili utilizzate con il consenso scettico degli insegnanti per i primi corsivi alle elementari, sino alla scoperta del misterioso mondo delle penne stilografiche che tutti abbiamo provato a comprendere e pochi hanno avuto la grazia di utilizzare.
Una ricerca dell’Università di Princeton, ha dimostrato che gli “scribi” hanno meno difficoltà a far proprie le nozioni trascritte, anche se esistono delle situazioni in cui prendere appunti tramite personal computer produce buoni risultati. Scrivere appunti a mano, usando carta e penna, aiuta ad interiorizzare e ricordare meglio le informazioni in un secondo momento, favorendo così la memoria. Questo è quanto emerso dallo studio della psicologa Pam Mueller, pubblicato sulla rivista Psychological Science (lo studio completo comprende tre esperimenti differenti). La donna, assistente di un professore, decise di approfondire l’argomento quando, dopo aver dimenticato a casa il suo pc e costretta ad utilizzare carta e penna, si rese conto di aver acquisito molte più informazioni del solito.
La ricercatrice ha diviso una classe di studenti in due gruppi differenti, facendo utilizzare ad un gruppo solamente carta e penna e all’altro il computer; subito dopo li ha invitati a seguire una conferenza prendendo appunti. Al termine dell’incontro la ricercatrice ha interrogato i ragazzi sugli argomenti trattati nel corso dell’incontro e ha notato che, mentre per quanto riguarda le domande la cui risposta si basava semplicemente sulla memoria i risultati erano simili per entrambi i gruppi, nei quesiti di tipo concettuale, basati sulla creazione di collegamenti tra le informazioni a disposizione, gli “scribi” hanno ottenuto risultati notevolmente migliori.
Come spiegato dalla Mueller: “Gli studenti che utilizzavano il portatile stavano praticamente trascrivendo parola per parola la lezione, ma dato che scriviamo più lentamente a mano, coloro che prendevano appunti alla vecchia maniera hanno dovuto essere più selettivi, includendo soltanto le informazioni che reputavano più importanti. Questo gli ha permesso di studiare i contenuti in maniera più efficiente”. La ricercatrice spiega inoltre che non esiste un metodo migliore per prendere appunti, ma al tempo stesso ha spiegato che :“Le persone dovrebbero essere più consapevoli del motivo per cui prendono gli appunti in un determinato modo, per quanto riguarda sia il mezzo che il fine; se abbiamo necessità di interiorizzare i dati in maniera più profonda (ad esempio durante un esame) è maggiormente opportuno utilizzare carta e penna; ma se, al contrario, necessitiamo di un metodo per trattenere più dati possibili (ad esempio nel caso il nostro datore di lavoro ci faccia una lista molto dettagliata dei nostri compiti) affidarsi alle nuove tecnologie è la scelta migliore”.
La psicologa vede nei nuovi dispositivi dotati di tecnologia stilo una buona via di mezzo per ottenere il meglio da entrambi i metodi “permettendo di immagazzinare velocemente una grande quantità di dati e al contempo invitano ad interiorizzarli durante la trascrizione senza copiarli lettera per lettera”.