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Al via le prime terapie cellulari per i tumori del sangue. Dalla Car-T nuove speranze di cura

Spesso ci si sente dire “sostenete la ricerca,  fate la vostra donazione a …” e sfido chiunque a non aver pensato, almeno una volta, che si trattasse della solita frase (correlata da toccanti immagini) per spillare soldi senza poi portare a nulla …  ma oggi pare che qualche passo in avanti sia stato fatto davvero.

Il campo di interesse riguarda due forme molto aggressive di tumore del sangue, note per la loro resistenza alle cure tradizionali, la leucemia linfoblastica acuta (Lla) a cellule B refrattarie e il linfoma a grandi cellule B (Dlbcl). È notizia recente infatti che l’EMA (European Medicines Agency) abbia autorizzato la commercializzazione di un innovativo trattamento: CAR-T (acronimo di Chimericantigen receptor T cell), già in uso in via sperimentale in America, basato sull’immunoterapia e che ha come elemento centrale il Tisagenlecleucel. Questa terapia messa a punto dagli scienziati della Pennsylvania University e perfezionata dalla casa farmaceutica Novartis – a quale ha scelto di usare Kymriah come nome di vendita –  sfrutta i linfociti T del paziente stesso che una volta modificati, mediante l’uso di un fattore virale a DNA, saranno in grado di riconoscere e colpire le cellule malate. Questa capacità sarà poi conservata e trasferita alle cellule figlie.

Per il momento il trattamento potrà essere usato solo in specifici casi – per quanto riguarda la situazione italiana sarà l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ad occuparsi degli aspetti legali e burocratici relativi a costi e distribuzioni –  ma gli studi clinici hanno prodotto dati molto interessanti che, sebbene non eliminino gli effetti collaterali (es.: infezioni, problemi respiratori), inducono a ritenere che questa possa essere la strada giusta nella lotta al cancro.

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