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Libri viventi per abbattere la discriminazione e arricchirsi di diversità

Ogni uomo ha una storia. Ogni uomo ha qualcosa da raccontare. Ogni uomo è unico, perché è il risultato di quella storia, della propria storia. Una storia che potrebbe essere letta come un vero proprio libro ed insegnare , spiegare e far comprendere molto dell’altro.

Proprio questa è l’idea che c’è alla base della “libreria umana”.

Nata a Copenhagen, la prima Human Library fu creata da un piccolo gruppo di giovani per rispondere, in modo pacifico, geniale ed intelligente, all’aggressione a sfondo razzista subita da un loro compagno nel 1993. I ragazzi sono partiti da un concetto fondamentale, che ancora oggi purtroppo viene spesso dimenticato, ovvero che la comprensione sia la pre-condizione della tolleranza. Hanno quindi fondato l’associazione “Stop The Violence”, raggiungendo in breve tempo 30 mila adesioni fra i giovani danesi. A quel punto è giunta all’associazione la richiesta di preparare un intervento su larga scala per il festival di Roskilde nel 2000 e, proprio per quell’occasione, “Stop The Violence” ha messo a punto il metodo Human Library, che mette le persone di fronte ai loro pregiudizi offrendo uno spazio protetto in cui ospitare un dialogo franco ed aperto. La libreria umana si configura, infatti, proprio come un metodo innovativo, semplice e concreto per promuovere il dialogo e, attraverso la conoscenza, ridurre i pregiudizi, abbattere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone che presentano delle differenze, che siano esse d’età, di provenienza, di sesso, di stili di vita o di background sociale.

L’iniziativa ha avuto talmente tanto successo che dal 2003 è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi, e come tale incoraggiata. Da allora è stata esportata in tutto il mondo con grande successo.

Anche in Italia non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di “leggere un cinese, un senegalese, uno zingaro, un gay, un arabo, un invalido o un cieco”. Molti sono i progetti di Biblioteche viventi nate nei contesti più disparati in tutta la penisola. Ogni volta ci sono storie da conoscere attraverso l’ascolto, il dialogo e la condivisione; ogni volta vi sono libri in carne ed ossa ad attendere lettori pronti a confrontarsi, conoscere e capire; ogni volta si affrontano e sfidano i pregiudizi più comuni in modo positivo e divertente, promuovendo coesione nelle società complesse e multiculturali.

Ai lettori è data l’opportunità di parlare in modo informale con “libri umani in prestito”, un gruppo di volontari estremamente variegato per età, sesso e background culturale.

A Milano questa iniziativa è ospitata al Mudec – Museo delle culture e attende di trovare nuovi titoli da unire alla collana vivente. Si stanno infatti cercando nuovi libri umani, nuove storie da raccontare.

Non c’è nulla di meglio, in un periodo in cui  la diversità è vista sempre più con ostilità, paura e disprezzo, che conoscere ed aprirsi all’altro per capire che nella diversità e nella sua comprensione vi sta un infinito arricchimento.

E allora aveva ragione Lord Chesterfield quando diceva: “La conoscenza si acquisisce leggendo i libri; ma quello che è veramente necessario imparare, la conoscenza del mondo, si può acquisire soltanto leggendo gli uomini e studiando tutte le loro diverse edizioni.”

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